martedì 28 luglio 2009

Tremule si fanno le lampade

Tremule si fanno le lampade

nell’ora della prima sera

quando sfumano vapori

dalla montagna verso valle

e gli ultimi tasti del pianoforte

dal cuore rovesciano residuo respiro

sulla piazze nascoste e semibuie

una liturgia si chiude senza officianti

ognuno sfuma i canti e infila l’uscita

ite missa est

e nell’ultimo lucore si confonde

l’infinito con l’indefinito.

Tremule si fanno le lampade

e nessun fumo d’incenso le adorna

passa passa piccola incerta luce

incerta e rapida come la giovinezza

e dura a morire come un amore tardivo.

Non si rassegna ad invecchiare questo cuore

e grida forte il tuo nome

distante da questo balcone

come il mar dei Sargassi con le sue vele

come un asteroide nel pulviscolo di luna

così distante da non poter essere trattenuta

dalla mia scrittura perché la scrittura

scorre e non trattiene, e tu sei da vivere

e non da scrivere. Scorre la scrittura,

come il sangue, come il passato, come il niente.

La scrittura di questa penna esausta scorre

verso un epilogo saputo ma senza aggettivi

con discordanze e anacoluti si conclude

messa quotidiana senza solennità

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